Come è andata oggi? Bene. Fine del dialogo e noi ci lamentiamo che i figli non ci raccontano mai niente.

101 domande da porre a tuo figlio è il libro scritto da Cristiana Aprile, psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale, con l’intento di aiutare i genitori a stimolare ogni giorno una riflessione costruttiva con i propri figli.

Nel libro sono raccolte una serie di domande che questi ultimi possono usare come spunto di riflessione nella conversazione con i propri figli. Domande stimolo per raccontarsi, Hai mai detto una bugia? Come ti sei sentito dopo? C’è qualcosa che oggi ti ha fatto arrabbiare? e allenare l’intera famiglia fin dalla più piccola età dei bambini a parlare. Purtroppo è un dato di fatto che nelle famiglie non si parla quasi più, per problemi di tempo ecc. e spesso si scopre che sono in primis i genitori ad essere taciturni, assorbiti dai loro impegni e pensieri, e spesso si vorrebbe recuperare troppo tardi: quando i figli sono adolescenti e, ovviamente, non avendolo mai fatto né sentito fare, rifiutano.

Il libro vuole essere una piccola guida, un aiuto pratico e concreto per genitori, nonni, insegnanti, operatori e tutti coloro che vogliono avviare riflessioni e conversazioni con bambini e adolescenti, estremamente semplice, ricca di consigli e strumenti concreti oltre che delle 101 domande da porre a tuo figlio suddivise per fasce d’età: 0-3, 3-6, 6+ con all’inizio di ogni capitolo una breve spiegazione relativa all’età evolutiva pertinente.

Si parte infatti già dai neonati, come ci spiega l’autrice, perché è importante convincere i genitori della bontà di instaurare una comunicazione positiva col proprio figlio fin dalla primissima infanzia, in quanto aggiunge la dott.ssa Aprile credo fortemente che si basi tutto sulle abitudini che diamo in quella fase, e non dobbiamo ricordarci dell’importanza di conversare con i nostri figli solo quando sono più grandi. Momento in cui potrebbe anche essere tardi per instaurare queste abitudini di apertura e dialogo.

Dai 6 anni alla fine dell’adolescenza le domande non sono sono suddivise in ulteriori fasce d’età perché, come spiega l’autrice, ogni bambino è diverso e ci sono notevoli differenze in termini di attenzione sostenuta, motivazione, capacità di rielaborazione e ragionamento che vanno tenute in considerazione dal genitore (o dall’adulto che pone la domanda per aprire il dialogo) e che a volte sono tali da equiparare bambini di età veramente differenti. Ogni genitore dovrà calibrare domande, contenuti e vocaboli adattandoli al proprio bambino ed alle proprie esigenze di dialogo.

Il cuore del libro 101 domande da porre a tuo figlio è questo: poniamo fin da subito le basi per comunicare bene con i nostri figli, non attendiamo che giunga un problema o che diventino adolescenti. È invece importante che i bambini crescano con la consapevolezza di essere ascoltati e di poter affrontare qualsiasi argomento. Questa è una delle chiavi con cui assumere (o riassumere) la giusta autorevolezza dinanzi a loro che, altrimenti, cercano altrove punti di riferimento.

Sotto ad ognuna delle 101 domande da porre a tuo figlio ci sono alcune righe vuote dove è possibile annotare risposte, sensazioni, commenti o quel che si vuole, sia a titolo di utilità, sia per rileggere un domani questi momenti e pensieri.

E’ importante essere ascoltatori attenti ed accoglienti nei loro confronti, possiamo anche strutturare le domande essendo noi per primi a raccontare loro le nostre emozioni, i nostri problemi e le nostre giornate. Questo li abituerà al racconto, al dialogo e all’apertura nei nostri confronti.

 

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