Le liti tra fratelli sono all’ordine del giorno. Come devono comportarsi i genitori?

Tra i fratelli possono scoppiare liti furibonde, ed è normale che ciò accada. Dobbiamo tenere presente, però che un conflitto tra bambini, non è una rissa tra adulti e non c’è da preoccuparsi.

Infatti, i bambini si arrabbiano solo con gli amici e con i fratelli, cioè con coloro che amano di più dopo i genitori. Questi micro-conflitti in genere hanno sempre la stessa motivazione: un interesse comune. Ci si contende un giocattolo o il posto sul divano accanto alla mamma: i bambini tendono ad esternare immediatamente ogni conflittualità, senza filtri.

 

Per risolvere gli screzi che si vengono a creare, è importante che l’adulto aiuti promuovere e aiutare la comunicazione e il confronto tra i fratelli. Deve essere un mediatore, ma non un “giudice”. L’adulto deve aiutare i bambini a trovare un accordo offrendo con la sua presenza un modello di risoluzione dei conflitti.
Ciò significa, ad esempio, che le discussioni dovrebbero essere gestite in maniera tale da indicare ai piccoli i modi costruttivi per confrontarsi e scontrarsi, nel rispetto dell’altro e di sé stessi.

 

Come gestire i conflitti tra fratelli e sorelle legati alla gelosia?

“I fratelli litigano per interesse reciproco, ovvero perché sono coinvolti da un interesse verso gli stessi giocattoli, oppure litigano perché si contendo le attenzioni della mamma”. Come è giusto che sia, ogni figlio vuole tutto per sé, ma parlare di “gelosia” è eccessivo.
“I bambini non litigano con gli estranei, litigano con gli amici più stretti, o con i fratelli, cioè con le persone con cui sono maggiormente legati.

Il genitore deve gestire tutto questo. Come ? “Deve aiutare i bambini a scambiarsi la propria versione dei fatti. Litigare fa parte del gioco. ”

 

Quando e come è giusto intervenire in una lite tra fratelli/sorelle?

 

Bisogna aiutare i fratelli e le sorelle a gestire le contrarietà in maniera che queste diventino un’occasione di crescita. 

“I genitori non devono cercare il colpevole e in ogni caso non devono cercare la soluzione: qualsiasi soluzione degli adulti è diversa dal pensiero infantile. Ecco cosa fare: aiutare i bambini a scambiarsi la propria versione dei fatti, le proprie ragioni senza entrare nel merito, senza dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato: ci pensano loro. L’importante è che i fratelli si parlino, che comunichino. La comunicazione è la chiave di tutto.
Alla fine sono loro stessi a cercare un accordo: a volte c’è e a volte non c’è, ma l’importante è che imparino a litigare bene da piccoli. 

 

Come gestire i conflitti tra fratelli e sorelle legati alla forte differenza di età?

“Dipende dall’età, se un figlio è adolescente e l’altro e nella sua infanzia c’è una differenza sostanziale nelle fasi della vita: un adolescente tende a essere sopra le righe e a non curarsi del fratellino, quindi il genitore deve accontentarsi che sappiano cavarsela da soli nel risolvere il conflitto. L’età giusta in cui questo metodo può essere applicato per una gestione ottimale dei litigi è tra i 3 e i 10 anni. ”

Le discussioni, quindi, dovrebbero essere gestite in maniera tale da trasmettere ai propri figli i modi costruttivi per confrontarsi, nel rispetto dell’altro e di sé stessi.

 

Cosa fare in caso di conflitti continui tra fratello e sorella?

“In caso di conflitti continui bisogna applicare il metodo sopra citato e  bisogna  evitare che il litigio diventi un problema dei genitori, perché se i figli attribuiscono al genitore un ruolo di “giudice”, potrebbe verificarsi un’intemperanza verso i genitori, una continua richiesta di intervento.

Occorre creare la giusta distanza e fare in modo che i bambini sappiano gestire tra di loro le proprie conflittualità”.