Il biscotto, granulato o meno, che può essere di sciolto nel latte del neonato a partire dal sesto mese andrebbe evitato per svariate ragioni.

 

 

Forniamo Dati Scientifici e Smontiamo Le Abitudini errate... e Soprattutto, Facciamo Il Bene Dei Nostri Bambini! Facciamo Chiarezza:

Il famigerato biscotto nel latte del neonato viene in moltissimi casi suggerito da amici, parenti o addirittura ancora qualche professionista.

Dovrebbe aver dei vantaggi inserire il biscotto… e invece non li ha!

NON HA BENEFICI e contribuisce a creare delle PROBLEMATICHE!

Sembra l’abbinamento perfetto, biscotto e latte, e invece…

 

 

Il latte formulato è creato ormai per essere nutrizionalmente adeguato per il bambino che lo assume, per la sua fascia d’età precisa e anche rispettando eventuali sue particolari caratteristiche (intolleranze, carenze, problematiche di vario genere): non necessita in alcun caso e non prevede nessuna aggiunta esterna.

 

Quando furono ideati i primi biscottini, tra gli anni ‘50 e ‘60, servivano generalmente per arricchire di “sostanza” il latte offerto ai bambini, che non aveva nulla a che fare con un formulato specifico.

Era semplicemente ciò che c’era a disposizione sul territorio e facilmente reperibile per le famiglie, ovvero il latte di mucca (ma anche di capra o di pecora a seconda delle regioni di riferimento).

Dunque non esistevano purtroppo e non si utilizzavano prodotti pensati e studiati perfettamente come ad oggi è il latte in formula, dove tutti i componenti sono dosati al grammo e a norma di legge.

La saggezza popolare tendeva a far fronte a ciò a cui la scienza non era ancora arrivata, dunque semplicemente si faceva il massimo che si poteva fare in base agli elementi a disposizione, con non pochi risvolti problematici del resto.

Se la situazione sociale, culturale ed economica ai giorni nostri è differente proprio perché sono passati almeno 50 anni, dobbiamo riuscire a comprendere che è altrettanto opportuno abbandonare vecchie abitudini che non risultano più corrette ed in linea con la realtà odierna, con gli studi attuali e altrettanto coi prodotti in commercio a disposizione per la prima infanzia.

Quindi:

 

 

 

Biscotto nel latte del neonato e alimentazione del bambino 

Il consumo alimentare dei bambini è altamente condizionato dalle abitudini e dalle caratteristiche dei cibi che proponiamo loro. Sapore, aroma, consistenza, talvolta addirittura il colore e la forma dei cibi influenzano le preferenze e il consumo alimentare dei piccoli. Tanto più elevato è il numero di esperienze di un determinato cibo, quanto più radicata è la preferenza che ne può derivare. 

La sola preferenza innata è quella per il dolce ed è molto importante tenerne conto nel momento in cui decidiamo di proporre il biscotto, granulato o meno, nel latte.

Nel farlo, infatti, rinforziamo inevitabilmente questa preferenza innata per il dolce, il che potrebbe poco alla volta indurre il piccolo all’esclusione, o al rifiuto, di cibi meno dolci e più salutari. 

Sensibilità ai sapori

E’ bene sapere che i quattro sapori primari sono: dolce, salato, amaro e acido.

Se da un lato la sensibilità ai sapori ci supporta nell’evitare l’ingestione di sostanze pericolose o dannose, dall’altro ci aiuta a regolarne il consumo. 

Il bambino, quindi, sin dall’inizio dello svezzamento va supportato nella costruzione del proprio gusto alimentare. Per farlo i genitori devono offrirgli, nei tempi e nei modi adeguati, i cibi corretti .

Aumentare la varietà dei cibi proposti aiuterà il bambino a sperimentare sapori e consistenze differenti guidando la costruzione del suo gusto personale.

Anche per questo  motivo frutta e verdura vanno sempre proposti ben prima di dolci, gelati, biscotti ecc.

 

 

Biscotto industriale nel latte dal 6° mese

Il biscotto, granulato o meno, che può essere disciolto nel latte del neonato a partire dal sesto mese, andrebbe assolutamente evitato (in particolare la sera per via del suo difficile smaltimento calorico). 

Esso infatti potrebbe non solo fornire un eccesso di apporto calorico ma, addirittura, condizionare il gusto del bambino fornendo un eccesso proteico di cui il bambino non ha affatto bisogno. 

Come non bastasse, se poniamo particolare attenzione agli ingredienti di questi biscotti, ci accorgiamo che contengono elevate quantità di sale (sodio), sostanza che va, invece, tenuta sotto controllo.

Più in generale, se abitui il tuo bambino al sapore “industriale” corri il rischio di disabituarlo al sapore originale degli alimenti. Questo potrà, non solo predisporlo ad una futura alimentazione scorretta, ma anche esporlo a disturbi alimentari e malattie, prime fra tutte l’obesità.

A proposito di ciò, L’Unicef ha redatto un documento molto interessante sull’alimentazione dei lattanti e dei bambini che vale la pena conoscere. 

 

 

!NON ALTERIAMO IL LATTE COL BISCOTTO RENDENDOLO IPER CALORICO!

 

 

E se il bambino/a ha ancora fame dopo il pasto?

Come sempre diciamo: per non sbagliare va contattato chi di dovere!

Per gestire eventuali aggiunte e dosaggi, per valutare scatti di crescita e strategie, per fare domande e chiarire i dubbi, potete sempre affidarvi al consiglio del vostro pediatra.