E’ più faticoso che ricorrere a castighi e urlacci, ma secondo un noto psicologo infantile americano così si ottengono risultati duraturi.
Ci sono molti modi di punire: oltre al classico scappellotto, i bambini che si sono comportati male possono essere chiusi in camera, sgridati minacciati, ignorati apposta, eccetera.
Ma serve? Molti educatori dicono di no. E il motivo è semplice: una volta ricevuto il castigo il bambino si sentirà la coscienza pulita (ormai è stato punito!) e ricomincerà a comportarsi come prima.
Anziché la disciplina, bisognerebbe insegnare l’autodisciplina” e che solo così, crescendo, i figli non smetteranno di ascoltare i genitori (di solito, invece, i genitori perdono il loro potere sui figli adolescenti dato che rimangono a corto di punizioni efficaci).
Che fare allora? Metodo del discorso in prima persona: mamma e papà dovrebbero sempre dire al bambino che il suo comportamento li sta facendo infuriare e spiegare il perché anziché ricorrere a frasi offensive.Invece di gridare: “Basta urli!” meglio dire “Quando c’è tutto questo rumore non riesco a concentrarmi nella lettura”: facendo capire che dietro il comando c’è un’esigenza reale, i ragazzi saranno più indotti a cooperare.
Ecco come comportarsi in situazioni molto comuni:
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SE DUE FRATELLI/SORELLE SI PICCHIANO: separate i due figli affermando: “So che sei arrabbiato ma non posso permetterti di fargli del male. Nella nostra casa non è permesso picchiare.” Schiaffeggiare un figlio per insegnargli a non fgare la stessa cosa a un altro bambino è incoerente.
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SE UN FIGLIO E’ MALEDUCATO CON QUALCUNO: se, per esempio, dice una parolaccia a un adulto, parlate con lui del comportamento sbagliato invitandolo a scrivere un biglietto o a telefonare alla persona insultata per chiedere scusa, rendendolo così responsabile delle proprie azioni.
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SE IL BAMBINO FA I CAPRICCI: offritegli una scelta (che vada bene anche ai genitori). Per esempio: “Puoi stare seduto nel passeggino oppure camminare vicino a me”. Ma se il piccolo non sceglie nessuna delle alternative occorre passare all’azione, mostrando coerenza: “Visto che non mi dai la mano ti rimetto sul passeggino”.
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… E SE SI PERDONO LE STAFFE (A CHI NON SUCCEDE?):bisognerebbe rimediare dicendo al bambino “Mi dispiace”. E usando frasi come queste: “Non avrei dovuto gridare così, non volevo ferire i tuoi sentimenti”; “Mi dispiace di avere perso la calma”. Così i figli saranno stimolati a reagire allo stesso modo nelle occasioni in cui a loro volta si arrabbiano a torto o in modo eccessivo con i genitori.
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