Sui fondali marini, oltre alla classica medusa, vivono anche altri animali che possono essere altrettanto spiacevoli per i bambini.
Ma quali sono i mostri marini al quale dobbiamo stare attenti?
La tracina (o pesce ragno)
E’ un pesce che vive sui fondali sabbiosi e presenta delle spine sulla pinna dorsale, è molto diffusa nei nostri mari ed è difficile intravederla, perché si mimetizza con la sabbia. Per questo può capitare che un bambino, passeggiando o giocando sul bagnasciuga, poggi inavvertitamente una mano o un piede sui suoi aculei. Questi penetrano nella pelle e rilasciano una tossina che provoca un dolore immediato e molto intenso, il punto di inoculazione del veleno si arrossa e si gonfia. Talvolta possono comparire formicolii, perdita di sensibilità nella parte interessata dalla puntura, nausea, vomito e febbre.
Per alleviare il dolore bisogna, per prima cosa, sciacquare la parte colpita con acqua dolce. Procedere, eventualmente, con la rimozione delle spine conficcate nella pelle. Poi, considerando che il calore distrugge il veleno, e ne blocca la diffusione – consigliano gli esperti – è utile mettere il piede sotto la sabbia molto calda (o anche acqua calda): questo dona un’immediata sensazione di sollievo. Assolutamente non coprire la parte colpita con il ghiaccio e non usare ammoniaca. Sarà solo su consiglio del medico che si potranno usare, se necessario, pomate cortisoniche o antibiotiche.
Razze e scorfani
Stessi accorgimenti vanno usati se si entra in contatto con altri pesci muniti di spine velenose, come razze, trigoni e scorfani.
L’estremità della coda delle razze è dotata di una punta molto tagliente e seghettata. Quando avverte il pericolo, la razza è in grado di frustare violentemente il suo codino e infliggere ferite molto dolorose. Lo scorfano, invece, ha delle spine sulla pinna dorsale, collegate a ghiandole velenifere che rendono assai dolorosa la puntura.
Per un primo soccorso in entrambi i casi, bisogna sciacquare la parte traumatizzata, rimuovere eventuali spine e immergere il piede nella sabbia calda o nell’acqua molto calda, anche salata. Anche il loro veleno è termolabile, viene cioè inattivato dal calore, spiegano gli esperti, che invitano a non dimenticare che la tossina contenuta negli aculei di questi pesci rimane attiva anche per diverse ore successive alla morte dell’animale. È opportuno evitare di scherzare, quindi, con esemplari senza vita che si dovessero incrociare sul bagnasciuga.
Ricci di mare
Chi alla sabbia preferisce i litorali rocciosi, può imbattersi in un riccio di mare. Anche in questo caso è fondamentale rimuovere con cura le spine rimaste nella pelle. La parte colpita va poi sciacquata e disinfettata e risultano efficaci gli impacchi con acqua calda.
Attinie
Molto doloroso anche il contatto con le attinie, o anemoni di mare. Sciacquare abbondantemente la parte con acqua di mare non troppo fredda, evitando di strofinare la pelle per non diffondere la sostanza urticante. La lesione può essere trattata con cloruro di alluminio, ma nei casi più gravi è necessario l’uso di antistaminici e cortisone.
In caso di persistenza dei sintomi di morsi e punture, qualunque sia il ‘mostro’ con cui il bambino è entrato in contatto, è importante consultare sempre il pediatra.