L’albero di Natale è senza dubbio un ornamento della casa, il simbolo di una grande e tanto attesa festa. Sono in molti a decorarlo con le luci e i festoni più ricercati e brillanti, e poi condividerne le immagini, perché no, sui social network. E quanto è gratificante ricevere da parenti e amici complimenti sull’albero realizzato!

Quest’anno, che il vostro albero di Natale sia grande o piccolo, verde o bianco, vi consigliamo di cercarlo con il cuore, decorarlo tutti insieme e vestirlo dei colori e delle luci che amate per la soddisfazione e l’orgoglio di tutta la famiglia! Il coinvolgimento dei bambini nell’addobbo natalizio li aiuta infatti a entrare nello spirito del Natale, sviluppando anche le loro capacità di coordinazione e concentrazione, la loro motricità e creatività.  Quindi, via libera agli addobbi natalizi che più vi piacciono: fiocchetti, palline colorate, nastri, pupazzetti di neve, campanelle, dolcetti, fiori colorati e tantissimi altri oggetti personalizzati.  Se possibile, cercate di coinvolgere i vostri bambini, li farà sentire importanti e creerà il loro unico, speciale albero di Natale.

Anche le decorazioni quando sono realizzate dai bambini, con l’aiuto di mamma e papà o anche dei nonni, possono essere l’occasione per trascorrere un pomeriggio tutti insieme. Lavorare la pasta di sale per creare spiritosi Babbo Natale o allegri alberelli colorati è utile per i più piccoli, in fase prescolare, per stimolarne la manualità. Bigliettini colorati, con disegni e poesie fatti dai bambini, sono un saggio e concreto esercizio di scrittura per chi frequenta le scuole primarie. Un’idea può essere anche l’uso di materiale riciclato, che insegna e trasmette il rispetto dell’ambiente che ci circonda.

Per le decorazioni dell’albero di Natale, insomma, non c’è limite alla fantasia. L’importante è che siano il più possibile creative e che i bambini nel loro piccolo possano partecipare alla loro realizzazione. Insomma lasciamoli liberi di appenderle dove vogliono, dimenticando schemi e tradizioni.

Paura che i vostri bimbi non siano in grado di farlo?   “Capire che cos’è l’arte è una preoccupazione (inutile) dell’adulto. Capire come si fa a farla è invece un interesse autentico del bambino”, diceva il grande Bruno Munari.

 

Le origini dell’ Albero di Natale

 

L’albero di Natale, è uno dei simboli per eccellenza di questa festività.
Si narra che i Romani abbellivano le loro domus con fronde di pino e altri sempreverdi, regalandone un rametto come buon auspicio durante le Calende di gennaio, mentre tra i Celti,i sacerdoti e le sacerdotesse Druidi decoravano abeti e pini rossi, simboli di lunga vita, per le celebrazioni del giorno più corto dell’anno. I Vichinghi ritenevano che gli abeti avessero addirittura poteri magici poiché non perdevano le foglie neppure col rigido freddo del Nord Europa. Con l’avvento del Cristianesimo venne consolidata l’associazione abete-vita eterna. Si ha notizia di un albero fatto a Tallin nel 1441, un enorme abete eretto nella piana del Municipio intorno al quale danzavano i giovani in cerca dell’anima gemella. Vi è poi una cronaca dl 1570 di Brema che racconta l’addobbo di un albero, mentre una targa datata 1510, scritta in 8 lingue, a Riga, decreta che il primo albero di Capodanno è stato adornato in città.

In Alsazia una cronaca di Strasburgo del 1605 riporta la notizia di alcuni cittadini che, per Natale, portavano a casa addobbi per ornarli con fiori di carta colorati, mele e zucchero. Dopo il Congresso di Vienna, l’albero di Natale dai paesi nordici si diffuse in tutta Europa: a Vienna nel 1816 con la principessa Henrietta von Nassau-Weilburg; in Francia nel 1840 per opera della duchessa di Orleans; in Italia con Margherita di Savoia che, a metà 800, lo allestì nel Quirinale; in Inghilterra, col marito della regina Vittoria, Alberto di Sassonia.

 

Il Presepe, simbolo della tradizione Cristiana

 

La parola Presepe deriva dal verbo latino “praesepire” che significa recingere con siepe e, quindi, in senso più lato, mangiatoia o greppia.

Secondo il Vangelo di Luca, Giuseppe con Maria, sua sposa, si recò a Betlemme per rispondere al censimento indetto da Augusto: “Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia perché non c’era posto per loro nella locanda…”. Questa è l’unica sommaria descrizione ufficiale del luogo in cui nacque Gesù.

La natività si verifica in piena notte, nelle tenebre, simboleggiando la situazione presente prima della nascita di Colui che, sconfiggendo il buio, rappresenta il trionfo della vita sulla morte: fanno parte della scena l’asino e il bue, forse simbolo di contrapposizione tra Antico e Nuovo Testamento, forze benefiche e malefiche; i pastori, simbolo della veglia, dell’anima passeggera nel mondo col loro essere nomadi; infine i Re Magi e la misteriosa Stella: “Una stella più lucente delle altre attira l’attenzione dei Magi, abitanti dell’Estremo Oriente. Essi erano uomini non ignari dell’arte di osservare le stelle e la loro luminosità, per questo compresero l’importanza del segno. Nei loro cuori di certo operava la divina ispirazione, e partirono. Ecco che la stella che avevano visto sorgere li precedeva, finché giunse e si fermò sul luogo dove si trovava il Bambino. Al vedere la stella essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e offrirono in dono oro, incenso e mirra…”.
I Re Magi sarebbero stati Melkon, che regnava sui Persiani, Balthasar, che regnava sugli Indiani e Gaspar, che possedeva il paese degli Arabi. I Re Magi, grandi e generosi, offrono oro, omaggio alla regalità di Cristo; incenso, resina offerta alle divinità, simbolo di adorazione al Bambino Divino; mirra, sostanza gommosa usata per i morti, che onora l’umanità di Gesù.