Educare un figlio non è un compito semplice

Esistono innumerevoli manuali divulgativi scritti apposta per mamme e papà in difficoltà  alle prese con i più comuni “dilemmi” circa l’educazione dei figli. 
Il presente articolo non ha lo scopo di fugare tutti i dubbi di un genitore su cosa sia meglio fare o non fare per educare al meglio un figlio ma vuole evidenziare solo alcuni fra gli errori più comuni che i genitori in maniera a volte inconsapevole fanno e sulle conseguenze che questi stessi errori hanno sullo sviluppo psicologico dei figli. Le indicazioni che seguono riguardano sia l’educazione dei bambini che quella degli adolescenti sebbene ognuno di questi piccoli suggerimenti educativi si declini in maniera differente a seconda dell’età del minore.

LE REGOLE SI RISPETTANO
Nella nostra esperienza clinica con le famiglie e con i genitori ci accorgiamo spesso che le famiglie si dotano di un sistema di “regole” da far rispettare ai figli (es. mai a letto oltre le 22, i compiti subito dopo mangiato, no agli spuntini prima di cena ecc.) ma quasi mai riescono fino in fondo a farle rispettare. A volte imporsi sui propri figli è faticoso e stancante e un genitore, provato dalle fatiche quotidiane, desiste dal suo compito. A volte, invece, il genitore si sente in colpa quando deve imporsi su un figlio, teme che contrariandolo suo figlio perderà stima e affetto per lui, teme, in altre parole che il legame possa incrinarsi per via di un dissapore, di uno screzio, di un momento difficile. In entrambi i casi il risultato è che la regola viene infranta. Nulla di grave purchè l’infrazione delle regole in famiglia non rappresenti  la norma. Quando questo accade ciò che è minacciata è la possibilità che il bambino o l’adolescente acquisiscano con il tempo la capacità di darsi autonomamente delle regole e rispettarle.
L’importanza della regola non è scontata, i bambini imparano dai propri genitori cosa sono i limiti e a cosa servono e più a fondo lo impareranno, tanto più bravi saranno da grandi a darsi dei limiti e delle regole e a rispettarli.

NON LIMITARE ECCESSIVAMENTE L’AUTONOMIA DEI FIGLI
Bambini e ragazzi hanno bisogno di esplorare e scoprire il mondo che li circonda, hanno bisogno di fare esperienza. La curiosità dei bambini e dei ragazzi verso gli altri, verso le esperienze nuove e il desiderio che provano di essere autonomi e “cavarsela da soli” non vanno mai ostacolati ma solo osservati e monitorati attentamente. Limitare troppo il desiderio di autonomia di un figlio per paura che possa farsi male o che possa sbagliare significa veicolargli involontariamente due messaggi: il messaggio che non ci fidiamo delle sue capacità e dunque riteniamo che non possa farcela senza di noi e il messaggio che vediamo il mondo come un posto troppo pericoloso e minaccioso e gli altri esseri umani come soggetti di cui è meglio non fidarsi. E’ vero che il mondo è un posto pericoloso ma allo stesso tempo è un posto ricco di possibilità e motivi di felicità e soprattutto è l’unico posto nel quale ci è dato di vivere.
Se inviamo costantemente a nostro figlio questi due messaggi di sfiducia è verosimile che lui impari a non fidarsi di sé stesso esattamente come noi non ci siamo fidati di lui e impari a non fidarsi del mondo e degli altri esattamente come noi facciamo.

NON CONCEDERE ECCESSIVA AUTONOMIA AI FIGLI
Il pericolo opposto del limitare troppo l’autonomia e la curiosità dei figli è quello di concedere troppa libertà e non porre adeguati limiti alla loro capacità di esplorare il mondo. Quando un figlio chiede di avere maggiore libertà nella gestione delle sue attività quotidiane (compiti, momenti ludici,pasti) è bene assecondarlo senza mai dimenticare di monitorarlo ogni giorno. Il rischio, se gli lasciamo tutta la libertà che chiede e non ci occupiamo più di seguirlo nelle sue attività è di veicolargli il messaggio che per noi lui non è importante e che non vedevamo l’ora che non avesse più bisogno del nostro aiuto.
Un figlio deve sentirsi protetto e amato sempre, sia quando ha bisogno dei suoi genitori sia quando ne ha di meno e non deve mai avere la sensazione di essere “controllato” ma neppure di essere abbandonato a sé stesso.

Vedi la seconda parte

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